Monet cacciatore di luce

Claude Monet - La Cattedrale di Rouen

Claude Monet – 1894 – Olio su tela – La Cattedrale di Rouen in pieno sole

Non era semplicemente una cattedrale grandiosa come quella gotica di Rouen, l’oggetto vero della sua ricerca. Non lo era per nulla.

Monet era un “cacciatore di luce” e semplicemente quello era il soggetto visibile più adatto e a portata di mano che avesse per catturarla e imprimerla sulla tela.
Ne rappresento’ decine e decine, ad ogni ora del giorno: la luce di per sè è invisibile e ha bisogno di un oggetto in cui riflettersi per manifestarsi e diventare creatrice di toni, colori, ombre e, grazie all’uomo, sentimenti diversi.
La facciata di Rouen era perfetta per questa ricerca, pensò Monet: come la fiancata di una montagna immensa e irregolare.

Quando si aprì questo dialogo tra la luce e Monet l’uomo potè assistere per la prima volta nella storia alla rappresentazione scientifica del riflesso stesso e del sentimento che nell’uomo questo poteva suscitare. La scienza, da sola, non sarebbe stata capace di farlo: aveva bisogno dell’arte per riuscire in quest’impresa.
Monet fu un grande scienziato, come solo un grande artista (Leonardo docet) puo’ esserlo.

Solo il connubio tra Arte e Scienza puo’ salvarci.
Solo i grandi artisti sono grandi scienziati.
E solo i grandi scienziati ( come Einstein) sono anche grandi artisti.

L’Arte, quella vera, è Scienza.
La Scienza, quella vera, è Arte.